venerdì 25 maggio 2012

I Grandi Crossover: Civil War (a cura di Easy)


"Tu da che parte stai?"

E' così che si presenta a noi, pubblico di marvelliani convinti, l'evento fumettistico degli anni 2000: Civil War.
Ma cos'è Civil War?, direbbe qualche newbe ignorante in materia (probabilmente tutte quelle persone "sane di mente" che non passano la vita a rincorrere l'ultimo numero di Spiderman o di Uncanny X-men).
Beh, Civil War è innanzitutto un Crossover, cioè una serie a fumetti che integra varie testate di una stessa (a volte più) casa editrice e che sviluppa una storia comune a tutti i personaggi. Nella realtà è il 

Crossover, con una "C" talmente maiuscola, che in confronto l'Empire State Building sembra una monetina da 1c. buttata per terra e che nessuno vuole raccogliere. Tralasciando questi improbabili paragoni, mai prima dell'anno domini 2006 la Marvel aveva pubblicato una miniserie tanto "globale"; nessuno ne rimane fuori: dagli imprescindibili Iron Man e Captain America agli improbabili Nottolone e Tipografo, dal principe atlantideo Namor all'eroe marvel per eccellenza Spiderman, senza tralasciare i numerosi supervillains che di tanto in tanto appaiono a disturbare la (poca) quiete dei nostri Supereroi; ma qui i cattivi hanno un ruolo marginale.
Civil War non è infatti la classica battaglia tra bene e male..no signori! Qui non c'è il cattivone di turno che tenta di conquistare, distruggere, annichilire, tormentare e chi più ne ha più ne metta; questa è una guerra civile, una guerra tra buoni per la salvaguardia di un diritto fondamentale: il diritto alla propria identità.
E' questo il tema principale di Civil War, super (e meno super) eroi che si battono per i propri diritti come cittadini di un'America, quella marvelliana, che assume sempre più i toni di una repubblica "dittatoriale" (perdonatemi l'ossimoro ma è una definizione che rende bene l'idea), in cui i nostri eroi si battono per i loro ideali e in cui noi lettori veniamo catapultati attivamente, non più come semplici spettatori, ma come appassionati "tifosi" di una o dell'altra schiera di vigilanti. Questa è a mio avviso la novità principale della miniserie, il fatto che per la prima volta in un fumetto si parli di politica in modo moderno, contariamente alla tipica propaganda che si è sempre avuta da quandole strisce con le nuvolette esistono.
In un'epoca in cui i diritti umani sono al centro di mille dibattiti anche il mondo del fumetto non poteva astenersi dal mostrare dei supereroi che per una volta tolgono la maschera e si mostrano per quello che sono: persone. Persone con le loro idee, le loro debolezze, ansie e difetti. Eroi che adesso sono più simili a noi e non sono più inarrivabili.
Scrivendo questo pezzo ho volutamente fatto a meno di svelarvi la trama e spoilerare più del dovuto (eh sì, anche io amo il linguaggio Nerd). Vi basta sapere che nella cittadina di Stamford (Connecticut) un gruppo di giovani supereroi (i new Warriors) causano la detonazione della bomba umana (Nitro). Quest'incidente, che spazza via mezza cittadina facendo 600 vittime civili, da l'avvio alla serie di eventi che porterà all'approvazione dell'Atto di Registrazione dei Superumani, per cui ogni eroe mascherato dovrà registrarsi, rendere pubblica la propria identità e combattere (se desidera) come forza al servizio della Nazione. Ciò ovviamente porterà alla creazione di due schieramenti: pro e contro la registrazione. Immaginate che tra supereroi non potrà di certo regnare la pace (eh eh eh) e che di certo una guerra del genere non può non stuzzicare il vostro appetito.
Beh, allora seguite il mio consiglio: smettetela di cinguettare o di postare improbabili stati sui vari social networks, uscite di casa, recatevi nella fumetteria più vicina e cercate gli inconfondibili albi con la scritta CIVIL WAR..non ve ne pentirete!


                                                                                  Easy.           

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