giovedì 14 giugno 2012

La rivelazione

Aveva già visto un'intera stirpe cadere, immortali perire, eterni trasformarsi in polvere. La sua storia dimenticata, il nome disperso tra le cronache di una guerra lontana, per molti mai avvenuta, di cui gli echi si erano affievoliti, fino a sparire.
Un Dio errante, nel mondo dei comuni mortali, ignari della sua esistenza, impegnati ad edificare imponenti città, la cui tecnologia aveva reso inutile appellarsi ad entità eteree, i cui riferimenti si trovavano solo nei libri di fiabe.
 
Giunto ai cancelli di Port Orange, città-stato emblema mercantile e commerciale, vide un uomo incappucciato venirgli incontro; avanzava con passo lento e aveva il volto parzialmente coperto. Decise di non soffermarsi tanto sulle sensazioni nostalgiche che quella figura gli suscitava e con passo fermo proseguì fino ad accorciare metro dopo metro la distanza che li separava.
In prossimità di quella figura,sentì il tempo fermarsi, le caduche foglie e gli uccelli nel cielo, sospesi. L'enigmatica presenza, all'apparenza così sconosciuta, ma incosciamente parte di lui,di ciò che è o era stato, avanzò fino a oltrepassarlo, e con tono solenne gli  sussurrò: "Nulla è cessato...ciò che eri, non è stato dimenticato, la caduta degli Dei,non era che un inizio; la vera distruzione, il giusto tramonto, la fine!...attende questo mondo."
Si voltò; tramortito da quello che era accaduto, si voltò e rivoltò in tutte le direzioni; confuso, spaesato, voltava la testa in ogni direzione, ma quella figura era sparita, così come il tempo era ricominciato a scorrere,come se niente fosse mai avvenuto, come se tutto fosse stato un attimo; minuti?no, solo secondi e i cancelli di Port Orange sempre lì, come se quell'uomo fosse solo parte di un illusione creata dalla mente, un sogno, creato ad hoc dal subconscio, che lascia solo vaghe impressioni e malinconici dejavù.
Decise di non badare a niente per ora, e ripreso il passo, raggiunse Port Orange.



Estratto dalle Cronache del Tramonto,Capitolo VII

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